Dermatite Atopica

La dermatite atopica (o eczema atopico) è una malattia infiammatoria, ad andamento cronico-recidivante, frequente nei paesi a maggior tasso di industrializzazione.

In questi paesi, l’incidenza, cioè il numero di nuovi casi annui, è rimasta costantemente in aumento negli ultimi decenni. La prevalenza, ovvero il totale delle persone malate, si attesta fra il 10-20% dei bambini e fra il 2-5% degli adulti.

La patologia dà i primi segni di sé tipicamente nell’infanzia, rimanendo attiva per tutta la durata della crescita. Con l’adolescenza, circa il 60% dei pazienti guarisce del tutto o quasi, mentre nel restante 40% la malattia persiste, talora in forme gravi.

È una patologia complessa, in cui giocano un ruolo importante diversi fattori. Oltre alla predisposizione genetica, che si esprime con alterazioni strutturali della nostra pelle, è presente un’alterazione del sistema immunitario. Su queste anomalie preesistenti,  agiscono diversi stimoli ambientali in grado di innescare o peggiore la malattia, come agenti irritanti, microrganismi, freddo e possibili allergeni.

Le manifestazioni cliniche della dermatite atopica variano in base all’epoca di comparsa delle lesioni, mentre la loro localizzazione varia con l’età del paziente.

Nella fase iniziale acuta, si presenta con chiazze eritemato-desquamative e vescicole. Col passare del tempo, le lesioni diventano più squamose, fino a che la pelle non assume un aspetto ispessito e scuro a causa dell’intenso grattamento da parte del paziente. Questo evento è noto come lichenificazione cutanea

Nei primi mesi di vita, la malattia esordisce di solito al volto e alle superfici estensorie degli arti e prevalgono le lesioni di tipo acuto. Nel bambino da 1 a 10 anni, invece, prevalgono lesioni subacute e croniche, come croste e lichenificazione. Le sedi tipiche di questa fascia d’età sono le superfici flessorie degli arti (come la piega del gomito e il cavo popliteo), i polsi, il dorso delle mani e le palpebre. In età adulta le lesioni sono quasi sempre croniche e spesso localizzate solo in alcune sedi, dove la malattia persiste indefinitamente. Le aree coinvolte sono il collo, le superfici flessorie degli arti, le regioni palmo-plantari, la zona periorbitaria e quella periorale.

Il sintomo più importante della dermatite atopica, in assenza del quale la diagnosi viene sempre messa in dubbio, è il prurito. Il paziente atopico è costretto a condividere la propria esistenza con questo sintomo, a volte così intenso da interferire con il sonno e le attività di vita quotidiana.

La dermatite atopica è frequentemente complicata da infezioni ricorrenti batteriche, virali e micotiche. Le infezioni da Staphylococcus aureus, presenti soprattutto nelle aree escoriate, ricoprono le lesioni di croste giallastre e sono il fattore di riattivazione della malattia più frequente e importante.

La patologia cutanea atopica si associa spesso ad altre manifestazioni legate all’atopia, come rino-congiuntivite allergica, il broncospasmo, l’asma e le allergie alimentari.

Le basi genetiche della malattia non consentono una guarigione completa e duratura. Pertanto, il trattamento mira al contenimento del prurito e dell’estensione delle lesioni cutanee.

Il difetto di barriera della pelle, legato alle alterazioni strutturali, può essere tamponato con l’uso di emollienti e idratanti locali, insieme a detergenti delicati. Il modo migliore per idratare la pelle di un paziente atopico è utilizzare un buon emolliente subito dopo un bagno tiepido.

La terapia vera e propria si avvale prima di tutto di creme e unguenti steroidei, armi efficaci, economiche e di pronta disponibilità.  Nella gestione delle forme più resistenti possiamo utilizzare gli inibitori della calcineurina, più costosi ma utilizzabili per periodi più lunghi, senza gli effetti collaterali del cortisone. Antibiotici ed antimicotici vengono riservati ai pazienti nei quali la dermatite si sovrinfetta.

Nei casi refrattari, si possono utilizzare farmaci immunosoppressori sistemici o la fototerapia. Quando neanche questi rimedi funzionano, dal 2016 possiamo avvalerci di un farmaco biologico di ultima generazione. Il dupilumab è un anticorpo monoclonale che inibisce l’attivazione di alcuni recettori fondamentali nell’innesco della risposta infiammatoria nella dermatite atopica. Viene somministrato per via sottocutanea e riesce a risolvere casi estremamente gravi e complessi, risultando molto efficace soprattutto nella risoluzione del prurito. Nella nostra U.O.C., avviamo la terapia presso l’Ambulatorio di Dermatologia Allergologica, fornendo al paziente tutta l’assistenza necessaria. Dopo la prima iniezione, insegniamo ai pazienti come autosomministrarsi il farmaco ogni 2 settimane, continuando a seguirlo a intervalli regolari.